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Centro Documentazione Artepoesia Contemporanea “Angelus Novus” – L’Aquila
Fondato nel 1988 – Art director Antonio Gasbarrini

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COMUNICATO STAMPA

ZRAlt! Il numero 17 della rivista trimestrale multimediale è online

Sul sito di Angelus Novus (www.angelus-novus.it) è stato appena pubblicato il numero 17 della rivista culturale trimestrale multimediale monotematica ZRAlt! (diretta da Antonio Gasbarrini, Angelus Novus Edizioni – L’Aquila) dedicata al binomio “Catastrofe & Creatività”.

Online sono disponibili tutti i numeri (usciti in questi primi cinque anni di attività) contenenti nel complesso oltre 150 tra saggi, articoli ed editoriali, ognuno dei quali è supportato da slides, portfolio, filmati, cataloghi o libri d’arte scaricabili gratuitamente, ecc.

Qui di seguito si riportano il testo dell’Editoriale, l’indice binario ed il “paginone” con titoli ed immagini.

Grazie per la cortese collaborazione

http://zralt.angelus-novus.it/ – http://www.zralt.it

 

EDITORIALE

Che le strade della creatività siano infinite come quelle del Signore lo certifica, molto probabilmente, questo zigzagante numero di ZRAlt!. Per festeggiare al meglio la messa on line della diciassettesima uscita coincidente – temporalmente – con il primo trimestre solare del quinto anno dal suo primo vagito vagante tra le macerie postsismiche aquilane (n. 1 estate 2013).

Più avanti, nell’esaminare a volo d’uccello i singoli testi, percorreremo insieme quelle strade (o meglio sentieri). Sentieri che, sull’indurita realtà d’un irriconoscibile volto umano, sono viepiù sconquassati da crescenti disastri ambientali e antro-socio-geopolitici. Generati, questi ultimi, da una diffusa “Paura ecumenico-mediatica” che sta rodendo, giorno dopo giorno e sopratutto nel mondo occidentale, i valori fondanti di una laicizzata democrazia stoicamente risorta in Europa, come araba fenice, dalle tragiche ceneri sparse a piene mani dalle dittature nazi-fasciste / staliniane.

Per cogliere al meglio ciò che ci sta capitando di negativo (che più negativo non si può, si pensi agli  anatemi xenofobi scagliati contro gli inarrestabili, biblici flussi migratori di popoli su popoli) possiamo rifarci al lucido ed illuminante pensiero di Zygmunt Bauman, attingendo sorsate di una rinfrescante acqua, dal pozzo infinito delle sue magistrali pagine. Perciò, ci permettiamo di estrarre dai suoi libri (e non certo a sorte) i titoli di una trilogia ideale che fa al nostro caso: “Paura Liquida” (2006), “Stranieri alle porte” (2016) ed il postumo “Retrotopia” (2017), pubblicato alcuni mesi dopo la sua rimpiangibile scomparsa dello scorso gennaio.

Questa telegrafica citazione (per Bauman, ogni suo libro andrebbe virgolettato per intero) la traiamo dalla quarta di copertina di “Retrotopia”, un suo felice neologismo che la dice tutta sull’attuale inversione di rotta erasminiana: «Abbiamo invertito la rotta e navighiamo a ritroso. Il futuro è finito alla gogna e il passato è stato spostato tra i crediti, rivalutato, a torto o a ragione, come spazio in cui le speranze non sono ancora accreditata. Sono gli anni della retrotopia».

Perciò, con un pizzico d’un rinnovato orgoglio, consigliamo di andare al nostro numero 3, dove Antonio Picariello con la sua videointervista all’illustre sociologo, ci consente di sentire anche la sua calda, amicale voce.

Venendo ora all’ampio tessuto dialettico infuso in questo numero, cominciamo con la prima coppia di scritti: Diane Arbus: l’angelo nero della fotografia randagia di Pino Bertelli e NIGHT ITALIA: Ex/ploring the Ex/ploding World of Today Cultures di Ugo Scoppetta.

Il vibrante testo ereticale e neo-situazionista di Pino Bertelli su una delle più sensibili fotografe di strada, la newyorchese Diane Arbus, fa giustizia sommaria tra la concezione del bello e del brutto in arte, rovesciando, con il classico détournement debordiano, la vulgata consolidata. Quell’ apparente brutto di corpi deformati, di languide alcove dove si consumano anemici amori, di osceni borghesi mascherati, di bimbe e giovani risucchiati dalle malefiche contraddizioni della società capitalistico-finanziaria contemporanea, si erge a testimone d’una “inanienabile” dignità umana, da salvaguardare e tutelare a tutti i costi. Come è riuscita a fare in modo così spiazzante Diane Arbus, appunto, con le sue “sacrileghe” fotografie in bianco e nero.

Sul versante opposto, di immagini controcorrente, anarcoidi e irriverenti a supporto di testi ad alta caratura critica della rivista Night Italia, fondata e diretta dal poliartista Marco Fioramanti in stretto connubio poetico ed editoriale con la gemella, newyorchese Night dell’artista-fotografo Anton Perich, Ugo Scoppetta ne traccia un pirotecnico profilo estetico, con la consolidata tecnica espressiva dei Manifesti: «NIGHT ITALIA è una strategia d’arte marziale psichica per favorire l’Esserci non mediato. Contro la perversione delle “anime mostruose”, NIGHT ITALIA è pratica di r/esistenza nella semiosfera del mondo real/virtuale. NIGHT ITALIA: “SMASH the MOMENT”, cogliere l’attimo esplodente in cui si sfrantuma la Cultura. Qualunque cosa la cultura stia diventando, che importa, NIGHT ITALIA ci sarà stata».

Grazie alle nuove tecnologie analogiche e digitali, la creatività intesa nella sua più nobile accezione, continua ad attingere spunti su spunti, innovando e allargando il caleidoscopico spettro dell’arte e della stessa estetica. Ne sono una tangibile controprova La Musica delle piante di Andrea Pavinato e Nedda Bonini, e, In volo con Pindaro alla velocità della luce di Roberto Soldati.

Nel contesto di una impensabile, paradossale realtà, il dispositivo che ci consente di sentire l’energia vitale musicale sprigionata dalle piante in condizione di luce, altro non è (ma opportunamente adattato) che il poligrafo meglio noto come “macchina della verità” ampiamente utilizzata dalla CIA.

L’ appassionata e partecipata ricerca performativa del musicista Andrea Pavinato e dell’artisa Edda Bonini – ben sperimentata recentemente al Mubaq (l’aquilano Museo dei Bambini diretto da Lea Contestabile) – ha coinvolto anche emotivamente, non solo gli adulti, ma anche i bambini in tenera età presenti. I quali, con le loro bocche aperte dell’ohhh! della meraviglia nell’udire quella musica terrestre al cento per cento, ma del tutto astrale nei suoi esiti sonori attivati  dalla luce solare, hanno sottolineato come la “reinvenzione” di una creatività a tutto campo sia in pieno svolgimento.

D’altronde, in proposito, Roberto Soldati, con i suoi digitali, virtuali voli pindarici ci fa sorvolare, ora da una certa distanza panoramica, ora sfiorando le “monumentali” fratture della faglia sismica di S. Andrea, una natura tutta da riscoprire, anche nelle sue sedimentate “contaminazioni” urbane.

Un invito, il suo, a familiarizzare in prima persona con l’applicazione disponibile nel web con Google Earth. Non ci si lasci ingannare dallo spigliato, a tratti ironico fraseggiare del suo testo. Dietro quelle parole soft c’è una rigorosa ricerca personale spaziante da una fotografia mai bidimensionale, a video e film in cui l’immissione di effetti speciali non scade mai a furbastre trovate dell’ultima ora.

A fare da baricentro non solo testuale del costante binomio Catastrofe&Creatività onnipresente nelle eteree pagine di ZRAlt!, è Ilaria Carosi con MEMORI. Dalla rimozione alla restituzione di senso nell’elaborazione di lutti traumatici

Forte della sua esperienza professionale in ambito psicologico e fortificata dal lutto che l’ha colpita personalmente alle 3.32 del sisma aquilano del 2009, Ilaria riesce a riannodare i tanti fili spezzati delle vite cancellate nelle ricorrenti “Stragi di Stato” italiane, dando voce e corpo ai parenti delle vittime che annualmente, alla stregua di una corale tragedia greca, si riuniscono in corteo non solo per commemorare i loro cari, bensì per denunciare le tante, troppe responsabilità istituzionali che sono state dietro quegli evitabili disastri.

Gli ultimi tre interventi – Critica d’arte & massmedia (Omaggio-inedito 1983) di Filiberto Menna, Sul tram 16 con l’ “Estetica” di Thedor Adorno (Racconto metà/critico) di Francesco Correggia, Per un’est-etica della catastrofe di Antonio Gasbarrini – pur essendo attestati su alcune questioni teoretiche concernenti l’Arte nella sua più larga eccezione, hanno in comune una sorta di “rilettura metacritica” (critica della critica, cioè) di una disciplina alquanto disallineata rispetto ai consolidati canoni aurei del passato (e non poteva essere altrimenti).

Pur risalendo temporalmente agli inizi degli anni Ottanta, l’inedito del rimpianto Filiberto Menna – tra i più avvertiti e sagaci teorici italiani della seconda metà del Novecento, scomparso prematuramente nel 1988 nel pieno della sua incessante ricerca storica, critica ed epistemologica – centra perfettamente le insorgenti quanto attuali problematiche mediatiche inerenti alla comunicazione, facendo una netta distinzione tra denotatività e performatività: «Ci troviamo di fronte così al binomio comunicazione/informazione e alle ipotesi su una condizione postmoderna che appare sempre più contrassegnata dall’avvento di una logica informazionale relativamente semplice, nel senso che in essa, come ha detto Lyotard scrivendo appunto della “Condition postmoderne”, “bisogna poter trascrivere una frase anche complessa nella forma di unità di informazione/non informazione,cioè secondo la logica binaria dell’algebra: si/no”. Solo a queste condizioni le frasi diventano competitive e possono affermarsi sul mercato del linguaggio».

Ibrido nel contenuto, ma ben saldo nella rivisitazione dei fondanti postulati estetico-filosofici di un Adorno riletti da Francesco Correggia con indiscussa competenza – senza praticare orecchiate scorciatoie di tanti critici d’arte di seconda e terza mano – lo strambo viaggio sul tram 16 del suo alter ego Giovanni Piturchio, assume i contorni narrativi di un ironico e autoironico “racconto metà / critico”, appunto.

Antonio Gasbarrini, infine, pone l’urgenza di rifondare una buona parte dell’estetica contemporanea, alle prese non già e non più con un rinnovabile sublime dai connotati romantici, ma di una tragica realtà sociale e ambientale, insanguinata e avvelenata a livello planetario. “Est-etica” da rileggere, riscrivere e ridisegnare nel contesto di catastrofi naturali amplificate all’ennesima potenza da una devastante tecnologia fuori controllo, così  com’è avvenuto nella centrale termonucleare di Fukusima con lo tsunami di alcuni anni fa.

 

INDICE BINARIO

Fotografia
Diane Arbus: l’angelo nero della fotografia randagia di Pino Bertelli
1 portfolio

 

Letteratura 
Sul tram 16 con l’Estetica di Theodor Adorno (Racconto metà/critico) di Francesco Correggia
Slides

 

Media e new media
NIGHT ITALIA: Ex/ploring the Ex/ploding World of Today Cultures di Ugo Scoppetta
Slides 1 video

Volare con Pindaro di Roberto Soldati
2 video

La musica delle piante di Andrea Pavinato e Nedda Bonini
1 video

 

Saggistica 
Critica d’arte & massmedia (inedito 1983) di Filiberto Menna (Omaggio)
Slides

Per un’estetica della catastrofe di Antonio Gasbarrini
2  video

MEMORI. Dalla rimozione alla restituzione di senso nell’elaborazione di lutti  traumatici di Ilaria Carosi
1 portfolio

 

Per gli apporti multimediali al n. 17 di ZRAlt! (estate 2017) si ringraziano, tra gli altri, Pino Bertelli, Antonio Gasbarrini, Francesco Correggia, Roberto Soldati, Giovanni Max Mangione, Marco Fioramanti, Lauro Giovanetti

 

ALCUNI  TITOLI DEL PROSSIMO NUMERO DI ZRAlt!

 

Angelo G. Sabatini  Post o morte della verità?
Pino Bertelli  I colori del cielo – Genti di Calabria (Un film e un libro)
Plinio Perilli  ALLEGORIE E DERISIONI. Il comico e l’assurdo come forma più plausibile del   tragico contemporaneo. INCAUTO OMAGGIO a Mario Lunetta
Maria Rosaria La Morgia  Sacco e Vanzetti: la parola al regista Giuliano Montaldo
Antonio Gasbarrini  L’est-etica nei visionari cicli pittorici di Remo Brindisi
Anna Maria Giancarli  “Arrestati”: le coraggiose pagine dello scrittore turco Can Dündar
Eva Rachele Grassi   MULTIVERSI CYBERDADA o le dilatazioni del dubbio

Ermanno Senatore  Estetiche nuove e inestetiche del kaos (arte pensiero radicale critico)