Centro Documentazione Artepoesia Contemporanea “Angelus Novus” – L’Aquila
Fondato nel 1988 – Art director Antonio Gasbarrini
www.angelus-novus.it – info@angelus-novus.it
ANGELUS NOVUS PRESS ANGELUS NOVUS PRESS ANGELUS NOVUS PRESS
COMUNICATO STAMPA
ZRAlt! Il numero 42 della rivista trimestrale multimediale è online
Sul sito di Angelus Novus (www.angelus-novus.it) è stato appena pubblicato il numero 42
della rivista culturale trimestrale multimediale monotematica ZRAlt! (diretta da Antonio Gasbarrini, Angelus Novus Edizioni – L’Aquila) dedicata al binomio “Catastrofe & Creatività”.
Online sono disponibili tutti i numeri (usciti in questi primi sette anni di attività) contenenti nel complesso oltre 200 tra saggi, articoli ed editoriali, ognuno dei quali è supportato da slides, portfolio, filmati, cataloghi o libri d’arte scaricabili gratuitamente, ecc.
Qui di seguito si riportano il testo dell’Editoriale, l’Indice binario ed il “paginone” con titoli ed immagini.
Grazie per la cortese collaborazione.
EDITORIALE
Nella perturbante e distopica atmosfera geopolica che stiamo respirando sempre più a fatica, può una rivista interdisciplinare e multimediale come ZRAlt! dare ai suoi lettori almeno la boccata di un rigeneratore ossigeno? Ce lo stiamo chiedendo da tempo. Implicitamente, considerando la sua regolare uscita, la risposta è stata sinora affermativa. Nonostante stia continuando l’aggressione del popolo ucraino da parte del più che sanguinario autocrate-zar Putin e la cieca reazione israeliana al pogrom di Hamas con le decine e decine di migliaia di bambini, donne, vecchi e giovani palestinesi “assassinati” nella striscia di Gaza. Nel contempo il negativo e vendicativo ODIO sta crescendo in modo esponenziale.
Nella catastrofica situazione in cui cittadini inermi hanno perso la vita e, se sopravvissuti, le loro case ed ogni altro Bene Comune relazionale (della cosiddetta società civile) sbriciolati da bombe su bombe, scorgere all’orizzonte i perdenti sentimenti di AMORE e AMICIZIA, diventa più che proibitivo. Anche se su entrambi i fronti di GUERRA dovrebbe prima o poi fare capolino l’invocata PACE, i guasti corporali per i feriti e quelli psichici per tutti i sopravvissuti saranno l’impronta indelebile di un incubo senza fine. Le sofferenze altrui, comprese quelle generate dagli altri conflitti in corso tra i vari Stati o dagli inarrestabili flussi migratori prevalentemente dovuti alla cancerogena situazione climatica del moribondo pianeta Terra, ci riguardano personalmente, nonostante siano esperiti solo in modo “virtualmediatico”.
Da questo quotidiano disagio esistenziale in cui siamo coinvolti, attingere terapeutiche lezioni al pensiero forte di un filosofo della levatura di un Kant autore del trattato “Per una pace perpetua” (pubblicato nel 1795, e perciò a stretto ridosso della rivoluzione francese con la presa della fortezza della Bastiglia avvenuta sei anni prima), può ancor oggi aiutarci ad individuare alcuni tratti della giusta via da percorrere per ribaltare gli oggettivi, ossimoroci connotati di una “pace perpetua” storicamente smentita. Come? Lasciamo l’ “ottimistica parola” al Nostro: «La pace perpetua, che segue quelli che finora falsamente sono stati chiamati trattati di pace (in realtà sono solo armistizi), non è un’idea vuota, ma un compito, un compito che, risolto a poco a poco, si fa sempre più vicino alla sua meta poiché i tempi in cui succedono progressi uguali diventano sperabilmente sempre più brevi».
All’interno di questo illuministico auspicio tutto ancora da mettere su a distanza di oltre due secoli, la creatività & l’arte possono, forse, costituire il lievito naturale del pacificante e rappacificante rapporto instaurabile tra singoli, comunità e popoli.
Come di consueto affidiamo ai nostri collaboratori la loro visione alternativa alla dura, ripugnante realtà, trascesa e ricomposta secondo i classici, perduranti canoni del Bello, del Buono e del Giusto.
A cominciare da Pino Bertelli con la sua puntuale recensione a Il sol dell’avvenire: un film di Nanni Moretti, con cui, da iper- esperto del mondo della celluloide (come si diceva una volta), ci fa entrare in punta di piedi – dopo aver stigmatizzato con un deciso tono pamphlettistico la connivenza ideologica delle figure apicali del PCI dell’epoca – in un film in cui la tragedia dell’invasione russa dell’Ungheria nel ‘56 è rivissuta in una sezione romana.
«Il sol dell’avvenire di Moretti non è un capolavoro… di capolavori si può anche morire, diceva il boia di Londra… tuttavia è un film che ha il coraggio dell’arguzia e si svincola da ogni piaggeria. Moretti ha ragione: “Il cinema non si fa solo per compiacersi di raccontare una brutta realtà. Il cinema si fa anche per sognare una bella e diversa realtà. Questi sono i sentimenti con cui nasce questo film”».
Per la letteratura, i due racconti “Missa brevis” di Luigi Fabio Mastropietro e Strategie, non stratagemmi (chattando e ri-chattando) di Marco Palladini, propongono, sia dal punto di vista stilistico che formale, due diversi approcci narrativi.
In “Missa brevis”, Luigi Fabio Mastropietro ci fa piombare nell’inferno del popolo palestinese con una visionaria descrizione di luoghi e sentimenti, in cui l’incubo del protagonista ci trascina – tra una citazione biblica e l’altra – sprofondando anime e corpi sbriciolati nella stramaledetta melma impastata dal Male: «Alcuni morti sono stati spinti così in profondità dalle esplosioni e dai crolli che i loro corpi sono quasi fusi con la pietra e il cemento. Soprattutto i cadaveri dei bambini non possono essere ricomposti perché sono disseminati nella terra come schegge di sangue e di carne». Testo impreziosito creativamente con la soundtrack di Mari de Jesus Correa.
Quasi a fare da contraltare alla tragedia palestinese, il chiacchiericcio di alcune chat di vari gruppi (Nuclei Armati Drammaturgici, Collettivo Mark’o, Fronte dei Dissòi Lógoi, Gli amici di Ripon Ripary , Banda di Radio Lorna ), ci fa distrarre, almeno per un po’, da tutto ciò che non va nelle loro o nelle nostre vite. Né mancano, tra un dialogo e l’altro infarcito di espressioni gergali così tipiche nei clan gravitanti attorno agli illeciti traffici della droga, alcuni tonificanti squarci immaginifici: «Monique disegna abiti dalle linee favolose, principesche, orientaleggianti, connotati da una esplosione pluricromatica ultrapsichedelica… dove gli altri vedono soltanto un rosso, un blu, un bianco, un giallo, un nero, un viola etc., lei vede milioni di tonalità e sfumature differenti, la sua ipervista le dischiude un mondo tetracromatico di pura poesia, di cangiante fantasia… e non è uno stratagemma, è la sola strategia per immaginarsi un’altra (non impossibile) vita».
Le arti visive spaziano dalle pieghe della Storia dell’arte, come avviene in L’energia orgonica di Wilhelm Reich nella vita e nell’arte erotica di Picasso di Antonio Gasbarrini, allo scandaglio di alcune problematiche più attinenti ad una ravvicinata contemporaneità, dipanate nei testi Henri Chopin: alchimista di voce e segno di Giovanni Fontana, Angelo Ermanno Senatore e la Ghostart di Giuseppe Siano, Arte e AI generativa . Di che parliamo quando ne parliamo? di Antonio Zimarino, Emergenza rossa del clima globale di Francesco Guadagnuolo.
Frutto della relazione tenuta a Napoli nel contesto delle giornate multidisciplinari dedicate a Pablo Picasso – omaggiato in occasione del cinquantenario della sua scomparsa sotto l’unificante titolo “Picasso. L’Amore e L’Eros” – Antonio Gasbarrini riconduce la sfrenata sessualità dell’artista agli influssi della particella orgonica teorizzata e sperimentata dal medico-scienziato Wilhelm Reich. Sessualità addolcita, se così si può dire, nelle ultime grafiche della sua longeva e feconda attività:« Tra le grafiche individuate per un galoppante commento, è il ciclo di Raffaello e la Fornarina, a sintetizzare al meglio il suo distacco dalla carne sessuata in favore di un giocoso intreccio dei corpi dei due amanti, le cui pose iconografiche molto devono alle copulanti coppie degli “Shunga” giapponesi, stampe molto conosciute a Parigi nelle loro riproduzioni diffuse tra gli artisti e non (Picasso ne disponeva di un nutrito numero di versioni)».
Ad una delle figure chiave delle neo-avanguardie della seconda metà del Novecento in ambito poetico-performativo qual è stato il francese Henri Chopin, è dedicato lo stringente e puntuale scritto storicizzante di Giovanni Fontana. Il quale offre al lettore numerosi spunti cognitivi su una delle ricerche più originali ed innovative concernenti un concetto altro della poesia lineare o recitata che sia, metamorfizzata da uno «Chopin [che] resta oggi un importante punto di riferimento per più generazioni di artisti sia sul fronte della poesia del suono, sia su quello della poesia dell’immagine. Sono da ricordare le sue “sculture magnetiche” e i suoi “dattilopoemi”, tessiture “concrete” di lettere battute a macchina dove spesso il dato visivo sollecita letture ai limiti dell’impossibilità, ponendosi come una sorta di partitura-visiva che offre all’occhio tessiture fonetico-bruitiste: il visivo si perde nel sonoro, perché sia l’uno che l’altro vengono organizzati sulla base della loro fisicità».
Ancora sul binario di una pratica artistica fecondata dall’imprinting neo-avanguardistico, è il nutrito percorso dell’artista salernitano Angelo Ermanno Senatore – attivo per circa un trentennio nell’humus culturale parigino – seguito passo passo dall’ermeneutico testo di Giuseppe Siano che rileva tra l’altro: «Il suo agire sull’interpretazione del linguaggio mostra la disconnessione e la frattura tra un significante e un significato (Ferdinand de Saussure) convenzionale. Ogni interpretazione allora andrebbe ricercata specie in quei flussi energetici di messaggi in movimento, che nascondono i desideri inconsci degli uomini. Questi messaggi di ES [Ermanno Senatore, nda ] apparentemente appaiono senza senso, in quanto l’artista con una struttura linguistica altra, smozzicata decostruita e autoreferenziale invia continuamente a coloro che come viventi sono interessati a decodificare ricostruire e interpretare i suoi messaggi di desiderio volutamente, ma anche inconsciamente, criptici».
Sulle emergenti problematiche dell’Intelligenza Artificiale concernenti il coinvolgimento dell’Arte (nella sua più larga accezione), ma partendo da una serie di chiarimenti sui rapporti tra la stessa e la tecnologia per quanto concerne la poco conosciuta Glitch art, è il “militante” intervento di Antonio Zimarino che si pone e pone una serie di domande: «L’AI allo stato attuale non ha (e a quanto pare costitutivamente non può avere) suoi sensi e sue intenzioni, non pone interrogativi a se stessa nel campo del “senso”, non può avere strutturalmente e tecnicamente una capacità auto-riflessiva. Semplicemente risponde a ciò che chiediamo: ma cosa chiediamo? Cosa pretendiamo da essa? E che cosa essa tecnicamente può restituirci?».
Il transrealista Francesco Guadaguolo ci ragguaglia, inoltre, sulla sua ricerca in atto connessa al climate change, in una sorta di visionaria presentificazione visiva delle ferite mortali che stanno sfigurando il pianeta Terra: «Con la mia “poetica transrealista” e con piani di lavoro transdisciplinari riservati alla sostenibilità, ho messo insieme una serie di punti focali, spazianti dalla tangibilità reale a quella transreale, circa le controversie sugli squilibri climatici affliggenti il nostro mondo e il nostro stato d’animo, in quanto spetta proprio all’arte il ruolo di porre al primo posto la salvaguardia della natura e dell’ambiente».
Indice Binario
Cinematografia
Pino Bertelli Il sol dell’avvenire: un film di Nanni Moretti
Slides
Letteratura
Marco Palladini Strategie, non stratagemmi (chattando e ri-chattando)
Slides
Luigi Fabio Mastropietro Missa brevis
1 Soundtrack
Arte
Antonio Gasbarrini L’energia orgonica di Wilhelm Reich nella vita e nell’arte erotica di Picasso
1 video + slides
Giovanni Fontana Henry Chopin: alchimista di voce e segno
Links + 1 video
Giuseppe Siano Angelo Ermanno Sentore e la Ghostart
2 video
Antonio Zimarino Arte e AI generativa. di che parliamo quando ne parliamo?
Slides
Francesco Guadagnuolo Emergenza rossa del clima globale: la mia risposta creativa
Slides
ALCUNI TITOLI E AUTORI DEL PROSSIMO NUMERO 43 DI ZRAlt!
Pino Bertelli The old oak (La vecchia quercia) di Ken Loach
Antonio Gasbarrini L’attività triennale del Maxxi L’Aquila: un bicchiere mezzo vuoto
Mari de Jesus Correa e Luigi Fabio Mastropietro La Luna e il Minotauro (nel labirinto di Picasso)
Massimo Pamio Su Francesco Paolo Michetti