Centro Documentazione Artepoesia Contemporanea “Angelus Novus” – L’Aquila
Fondato nel 1988 – Art director Antonio Gasbarrini
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COMUNICATO STAMPA
IRENEO JANNI: Una “Figurazione in divenire”
Mostra Antologica (1964-2014)
Dipinti, sculture, disegni e grafiche
a cura di Antonio Gasbarrini
Ascoli Piceno, Palazzo dei Capitani, dal 4 al 24 ottobre 2014
Inaugurata il 4 ottobre u.s. con la presenza, tra gli altri, del Vice Sindaco del Comune di Ascoli Piceno Donatella Ferretti, dell’Assessore alla Cultura del Comune di Atri Domenico Felicioni, dell’artista Ireneo Janni e del curatore Antonio Gasbarrini, la Mostra Antologica (1964-2014) titolata “Una figurazione in divenire”, ha subito riscosso un ampio consenso dei visitatori. Consenso confermato in questi primi giorni di apertura, anche grazie alla presenza quotidiana ed alla disponibilità dell’artista ad interloquire con i fruitori i quali hanno scritto più che lusinghieri giudizi nel quaderno delle firme (tra le opere particolarmente apprezzate vanno segnalati i dipinti “Personaggio”, “Omaggio al libero pensiero (Giordano Bruno)”, “Situazione teatrale II” e tante altre ancora; le sculture monumentali quali “Elevazione” e “Liberazione”; le decine di lastre d’incisione, con relative grafiche, esposte qui per la prima volta.
Un particolare feeling si è poi instaurato tra l’architetto ed artista romano-abruzzese Ireneo Janni e gli studenti della Facoltà di architettura di Ascoli Piceno, sede distaccata della Università di Camerino. Gli stessi hanno realizzato un ampio servizio fotografico delle opere esposte, un filmato con intervista all’artista e una locandina-invito illustrata con il quadro monumentale di “Situazione teatrale II”. In stretto accordo con l’Assessore alla Cultura del Comune di Ascoli Piceno Giorgia Latini, l’Associazione Culturale Studentesca Atelier 1 ha poi organizzato per il pomeriggio di lunedì 20 c.m. alle ore 17, una visita guidata dall’artista dedicata a studenti, ex studenti, docenti e Rettore. Inoltre è prevista, nella Sala Consiliare, una conferenza supportata dalla proiezione del materiale iconografico e filmico dedicato alla mostra e all’artista dai giovani studenti. .
Per chi voglia approfondire la poetica d’Ireneo Janni e visitare virtualmente la bella Mostra Antologica che resterà aperta fino al 24 (tutti i giorni, orario 10/13 – 15/19,30) , si segnala il link www.youtube.com/watch?v=OyTKRwskvP8 relativo al servizio televisivo della durata di circa 7 minuti realizzato nel giorno dell’inaugurazione dal giornalista Rosario Di Blasio di TV Atri messo in onda il giorno 15, il testo integrale della presentazione critica del curatore Antonio Gasbarrini e sintetiche notizie biografiche dell’artista.
Presentazione di Antonio Gasbarrini *
LA “FIGURAZIONE IN DIVENIRE” D’IRENEO JANNI
La bellezza della forma è un obiettivo dispendioso
Marcus du Sautoy – “Il disordine perfetto”
L’enigma è il manifestarsi del divino nella sfera umana – è l’orma dell’indicibile
Giorgio Colli – “La ragione errabonda”
Senza la lectio magistralis avanguardista (Costruttivismo, Bauhaus e Razionalismo, nelle sue varianti architettoniche più innovative, in particolare) la Figurazione in divenire d’Ireneo Janni – ben assorbita negli studi universitari d’architettura – non avrebbe assunto la fisionomia del suo modernizzante, riconoscibilissimo stilema.
I cui paradigmi portanti – rintracciabili nell’intrigante dialettica compositiva posta in essere per esaltare al massimo i punti di un praticabile crocevia tra stasi e movimento, realtà e finzione, erotismo (ora apollineo, ora dionisiaco) – pervadono, o meglio attraversano in lungo, in largo e in profondità, i corpi e le anime di “Personaggi” che non sono più alla ricerca del loro autore. Per una semplicissima ragione: la riconquistata Bellezza di un’aura classicheggiante azzerata, in ambito figurativo, dalle tante distorsioni cromatiche e plastiche messe in atto, in primis, proprio dalle Avanguardie storiche tra il secondo e il terzo decennio del Novecento (Futurismo, Dadaismo, Surrealismo e altre varie ramificazioni espressive ante e post, ad iniziare dai Fauves, 1905).
Ripercorrere l’itinerario creativo-poetico dell’incessante ricerca condotta per ben dieci lustri (1964-2014) da un’artista neorinascimentale a tutto tondo, le cui mani non si sono mai stancate di disegnare, incidere lastre, tirare grafiche, dipingere e scolpire, non è agevole. Per di più, le opere esposte in questa mostra antologica ascolana, sono tutte nella disponibilità dell’artista, il quale non si è mai preoccupato di conferire una rappresentativa unitarietà filologica alla sua “auto collezione”.
Da ciò derivano alcuni squilibri documentali, in termini quantitativi, dei cicli relativi ad opere realizzate negli anni ’60/’70 (“Neo-astrazione”, “Moti studenteschi e popolari del ’68”, “Periferia romana”, “Ecologismo”, “Tensioni”), cicli ben studiati on real time con apporti testuali della critica italiana più avvertita (Vito Apuleo, Sandra Giannattasio, Dario Micacchi, Franco Simongini ed altri bei nomi ancora), e qui esposte in un rastremato numero.
Mentre il giovanile imprintig avanguardistico degli esordi è perciò riscontrabile solamente in un paio di opere (il collage su tavola Composizione del ’64, l’olio su tela Virtuosismi del ’72), l’ossuta, espressionisteggiante figurazione dedicata alla periferia romana trova una sua esemplare soluzione nello squallido, frettoloso sesso mercenario di Bianco e nero.
Negli anni Settanta la tumultuosa figurazione suggestionata dalle lacerazioni baconiane è trascesa da un impeccabile impaginato multi-prospettico, com’è dato di constatare nell’incisione Composizione, peraltro realizzata anche in un omonimo olio. Toccherà ad Analogie del 1977 (una delle opere capitali della sua Figurazione in divenire), anticipare, nello splendido nudo di una giovane donna effigiata di tre quarti ed attorniata da panneggi, capitello ed astraenti riquadrature, quel “sincretismo simbolico-linguistico” tanto caro ad Ireneo Janni e che nulla avrà da dividere con il non ancora nato citazionismo post-moderno, nelle sue principali declinazioni, dall’Anacronismo alla Nuova Maniera Italiana.
Sincretismo ben sostenuto da decine e decine di significative opere firmate dagli anni Ottanta ad oggi con un suo personalissimo tragitto progettuale che dopo il libero spunto di uno schizzo iniziale, vede nel successivo disegno concretizzatosi grazie ad un uso sapiente di quella “Geometria segreta dei pittori” (titolo di un innovativo libro di Charles Bouleau), un felice approdo creativo incentrato sulle asimmetrie prospettiche delle masse fisiche tridimensionali armonicamente distribuite nello spazio bidimensionale della superficie. Disegno ora autonomo, ora replicato, con marginali varianti o con ulteriori innesti figurali negli oli di più ampie dimensioni.
Altri nudi femminili e varie “Situazioni teatrali” sottolineeranno una sostanziale poetica dell’incomunicabilità tra “sé e il sé” (la drammaturgia di Ionesco e Beckett non è estranea all’artista “abruzzese-romano”) anche quando si è di fronte ad uno specchio o tra “sé e gli altri” pur in presenza di una gremitissima scena in cui l’enigma dell’irrevocabile solitudine esistenziale aleggia con i suoi congelati silenzi (da Situazione teatrale I e Situazione teatrale II, alla tumultuosa, carnascialesca scena di Carnevale a Piazza Navona, oli realizzati negli anni Ottanta e Novanta).
Proprio l’enigma e la maschera costituiranno il lievito immaginifico di moltissime altre opere del Maestro ove spesso il sogno ad occhi aperti (la rêverie di Gaston Bachelard e la sua parola d’ordine Le droit de rêver, Il diritto di sognare), rende compatibili allettanti corpi di donne sorpresi quasi sempre nelle loro inoffensive fantasticherie erotiche moltiplicanti all’infinito, con un fluidificato gioco di specchi, i potenziali accoppiamenti (come avviene nel dinamizzato disegno di Satiro e ninfe).
Ben quattro dipinti di grandi dimensioni (Le tre Grazie – Omaggio alla città di Ascoli Piceno, Giordano Bruno, Atelier e Il gioco delle maschere) “profumanti” ancora di trementina, respirata nello studio atriano dell’artista ed “in corso d’opera” all’atto della stesura di questa nota critica, testimoniano l’inesauribile vena creativa d’un tuttora giovanissimo artista nato nell’immediato dopoguerra del secolo scorso.
Il limitato spazio tipografico disponibile non consente di soffermarsi in modo adeguato su ognuna di esse. Nonostante ciò, s’indugi con lo sguardo almeno sulle invisibili triangolazioni prospettiche delle due sorridenti cariatidi convergenti nella trasognata, ironica, impertinente Grazia centrale affacciata in una delle poderose finestre del Palazzo dell’Arengo in Ascoli; o, ancora, sul piramidale Giordano Bruno reinventato – rispetto alla sua iconografia tradizionale affermatasi a ridosso della bronzea statua-monumento dello scultore Ettore Ferrari eretta sul finire dell’Ottocento in Campo de’Fiori a Roma nei cui pressi il Nostro aveva il suo studio – con quelle tre discinte, provocanti e provocatorie donnine inerpicatesi fin sotto la tonaca dell’“abbruggiato vivo” filosofo nolano (per un chiarimento in merito si rilegga questo passo di una delle accuse di eresia formulate dall’Inquisizione per la sua messa al rogo con la mordacchia nel febbraio del 1600: « – Mocenigo: “Mi disse inoltre che gli piacevano tanto le donne, e che si meravigliasse perché la Chiesa ne proibisse, diciamo, il loro uso naturale”. – Bruno: “Dico che siano necessarie per la salvezza delle anime e ho detto qualche volta che il peccato della carne in genere era il minore dei peccati e che la fornicazione sia tanto leggiero che fosse vicino al peccato veniale”»).
Anche per le sculture di piccole dimensioni o monumentali allestite nelle Sale del Palazzo dei Capitani (l’energizzato volto-maschera in terracotta de Il satiro, l’elasticizzata Figura in tensione in bronzo, l’inquietante, smembrata L’enigma della mela e la versione in gesso dell’incontenibile empito di masse plastiche ribellatesi alla ferrea legge della gravità con il loro asimmetrico volo ascensionale nel Monumento alla libertà), valgono le considerazioni del percorso ermeneutico della poetica janniana sino a qui suggerite. Il cui baricentro converge sempre, ed è bene ribadirlo, sull’energia concentrata nello spunto ideativo iniziale di un segno/disegno affrancato una volta per tutte dalle sue costrizioni bidimensionali, con soluzioni cromatico-plastiche pittoriche, scultore e grafiche di un’instancabile quanto affascinante Figurazione in divenire.
Non a caso, ed a controprova di quest’ultima affermazione, ci si immerga con la propria sensibilità nell’efebica rete segnica delle decine e decine di lastre di rame incise per acqueforti e acquetinte tirate nel corso di vari decenni ed esposte in buona parte per la prima volta su sollecitazione dell’estensore di questo testo: la loro evocabile magia alchemica coinvolge emotivamente e trasporta lontano, molto lontano, nell’iperuranico cielo incontaminato delle vergini idee.
L’Aquila, settembre 2014
* Art Director del Centro Documentazione Artepoesia Contemporanea “Angelus Novus” – L’Aquila (www.angelus-novus.it)
Notizie biografiche
IRENEO JANNI, nato in Atri (TE) nel 1946, consegue a Pescara la maturità al Liceo Artistico e poi la laurea in Architettura. Fin dal 1964 è invitato ad importanti mostre ottenendo premi e riconoscimenti. Negli anni ’70-’73 è a Milano, dove svolge una intensa attività frequentando l’ambiente artistico di Brera. Espone a Parigi, Baden, Zurigo, Lucerna e in molte città italiane quali Firenze, Milano, Roma, Torino, ottenendo ampi consensi. Nel 1973 si trasferisce stabilmente a Roma partecipando attivamente alla vita artistico-culturale della Capitale, presentando opere che affrontano il tema politico-sociale ed ecologico in cui “l’uomo degli anni ‘70 si dibatte”. Nello stesso periodo è attivo anche a Firenze con varie mostre personali e collettive. Negli anni Ottanta realizza il Monumento in bronzo ai Caduti della Resistenza per il Comune di Atri ed espone le sue opere in Olanda, Nigeria e New York. Negli anni ’90 il Comune di Foggia gli dedica un’ampia personale nel Palazzetto dell’Arte e Jacques Mesmin lo ospita nella sua “Art Gallery” di Bruxelles. Nel 2000 altra importante mostra alla Gallerie Azur Spa (Belgio) inaugurata dal Ministro della Cultura belga. Realizza inoltre il Monumento ai Caduti del Comune di Pianella (PE) e il Monumento bronzeo per la città di Silvi (TE). L’anno successivo viene inaugurato un altro suo Monumento dedicato ai Caduti di Sella Ciarelli (TE). Nel 2004 è invitato dal Comune di Tuscania (VT) per una sua Mostra Antologica. Altre sue Antologiche saranno tenute, tra il 2008 e il 2014, a Giulianova, Atri, Teramo, Pescara e Ascoli Piceno.